sabato 17 ottobre 2015

[NOR] Nordic Notes presenta: Folk Aus Norwegen - Vol. 3

L'etichetta tedesca Nordic Notes ha recentemente pubblicato il terzo volume di una serie dedicata alla musica folk norvegese. Nordic Notes nacque nel 2005 per volere di Christian Pliefke, il quale si prefisse il compito di contribuire a diffondere nel mondo la musica che arriva dalla Scandinavia e dal Nord dell'Europa.
La raccolta «Folk Aus Norwegen - Vol. 3» è un invito al viaggio, è un'esperienza profonda, è un'immersione nella cultura sonora acustica norvegese. Le tappe sono sedici brani suonati magnificamente, che spaziano tra luci limpide,  melodie intense e malinconia venata di speranze.

 Nordic Notes family (excerpt)

Le canzoni di quest'opera collettiva raccontano il presente di un filone in cui confluiscono tanto il passato e gli stili di un tempo quanto la sensibilità e le inquietudini contemporanee. Ed è interessante notare che proprio nel folk, cioè il genere musicale più vicino alla natura e alla tradizione, si trova un'espressione profonda del sentire di un popolo tecnologicamente e socialmente proiettato verso il futuro come quello norvegese.

Elin Kåve

Anche generi musicali di primaria importanza come il progressive rock o il metal in Norvegia sanno esprimere le gioie e la sofferenza generazionale ma la potenza schiacciante del sound elettrico distorto cancella quelle sfumature che, nel suono acustico o semi-acustico, sono preservate.
E sono proprio queste sfumature a dire le cose più importanti e distintive.

  
 Eplemøya Songlag

Tra gli artisti presenti nel «Folk Aus Norwegen - Vol. 3» ci sono la cantante/danzatrice del ventre/decoratrice sumi Elin Kåven, l'esaltante ensemble vocale Eplemøya songlag, il duo di (tentiamo una definizione spericolata?) jazz rinascimentale Sudan Dudan e molti altri musicisti/gruppi di cui parleremo un po' alla volta nelle prossime settimane.

Sudan Dudan

mercoledì 7 ottobre 2015

[NOR] Art-prog-rock: GAZPACHO

Gazpacho, "MOLOK" (2015)
Il nuovo album dei norvegesi GAZPACHO si intitola MOLOK ed è inciso per l'etichetta inglese K-Scope, una delle realtà discografiche più vivaci e interessanti di questi anni critici ma ricchi di buona musica che vive a dispetto dello sbando inarrestabile del mercato discografico.
Qualcuno ha detto che, in ambito musicale, le cose non sono visibili cioè udibili e bisogna andare a cercarle undeground. Niente di più vero: è proprio ciò che fa #musicheboreali, orientando la propria ricerca a Nord, in terra (e sottoterra) scandinava.
Gazpacho live
Inquadriamo i Gazpacho. Sono di Oslo e si definiscono una band art-rock prog, il che potrebbe non significare un bel niente per molte persone, soprattutto per chi non ha familiarità con le bizzarre classificazioni che anziché fare chiarezza ammantano di indecifrabilità.
Diciamo piuttosto che sono dei sentimentali e il loro modo di comporre/fare musica ha i toni caldi e rassicuranti di un tramonto autunnale amaranto. Crepuscolari, sì, ma senza concessioni all'oscurità. La magnifica copertina dell'album MOLOK (in uscita il 23 ottobre 2015) rappresenta adeguatamente lo spirito dell'ensemble.
Kiss your Bela
GAZPACHO: affascina la loro capacità di scrivere brani aperti, dove la struttura tipica del formato-canzone (strofa, ritornello, strofa, ritornello, ecc) si espande in continuazione. Dove va questa espansione? Verso l'infinito e oltre. Ed è proprio questo il concept, ovvero il tema-guida che sta alla base del disco, anzi alla fine del disco (nel formato CD). Spieghiamoci meglio: MOLOK si conclude con uno strano rumore. Tale rumorino è stato inserito apposta per scatenare la reazione dei sistemi di correzione del software contenuti nei CD-player. Stando a ciò che gli stessi GAZPACHO hanno spiegato ≤Se la "reazione" (al rumorino, ndr), ovvero la sequenza numerica creata dal sistema di correzione del software, corrispondesse all'attuale posizione di tutti gli elettroni nell'universo, allora l'universo verrebbe distrutto≥ . La distruzione come sinonimo di correzione?
Forse a qualcuno comincia a venire mal di testa. Torniamo alla musica.
The secret word
MOLOK è un lavoro notevole.
Canzoni come l'inquietante The Master's Voice hanno il fascino di un film horror dove, anziché un sanguinario killer, prendono forma angeli e démoni che cantano insieme, come un tempo. Algorithm è una danza magica che scivola verso sensuali atmosfere medio-orientali. Bela Kiss evoca l'allegria contagiosa di feste balcaniche dove l'energia cresce fino a esplodere con furia liberatoria.
Tutti i nove pezzi (otto nel formato LP) sono avvincenti e, sopratutto, coerenti.
Nel disco c'è un ospite speciale: l'archeologo norvegese Gjermund Kolltveit (lo troviamo nel brano Molok Rising), che suona la Skåra, un pietra sonora che ha più di 10mila anni. Probabilmente è lo strumento più antico mai usato ovvero inciso in un'opera rock.
I motivi per ascoltare MOLOK dei GAZPACHO sono tanti.
Andiamo e ascoltiamo.
Any Gazpacho you like